Lo sviluppo rurale

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Regolamento CE n. 1698/2005
 
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SVILUPPO RURALE

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Lo Sviluppo Rurale rappresenta il secondo il pilastro della Politica Agricola Comune e per il periodo 2007-2013 è disciplinato dal
Il regolamento dispone che la politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 sia incentrata sui tre ASSI TEMATICI, di cui appresso:

regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio.
·         miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale;
·         miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale;
·         miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale.

Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale

L’obiettivo è di fornire un aiuto alle misure volte a migliorare il potenziale umano, il capitale fisico e la qualità della produzione agricola.
Per quanto concerne il potenziale umano, il regolamento prevede un sostegno per:
  • attività di informazione e formazione professionale in campo tecnico ed economico;
  • attività intese a facilitare l’insediamento dei giovani agricoltori (persone di meno di 40 anni che si insediano per la prima volta come titolari di un’azienda agricola) e l'adeguamento strutturale delle loro aziende;
  • il pensionamento anticipato degli agricoltori che decidono di cessare l’attività al fine di trasferire la propria azienda ad altri agricoltori e dei lavoratori agricoli che decidono di cessare definitivamente ogni attività agricola; i beneficiari devono avere un’età minima di 55 anni e non aver ancora raggiunto l’età normale di pensionamento nello Stato membro considerato;
  • il ricorso a servizi di consulenza da parte degli agricoltori e dei silvicoltori, e la creazione di servizi di consulenza e di assistenza alla gestione agricola e di sostituzione di personale nell'azienda; il ricorso a tali servizi deve contribuire alla valutazione e al miglioramento dei risultati ottenuti dalle aziende.
Per quanto concerne la ristrutturazione del potenziale fisico, è previsto un sostegno per:
  • l’ammodernamento delle aziende agricole e forestali e il miglioramento dei loro risultati economici tramite l’introduzione, fra l’altro, di nuove tecnologie;
  • l’aumento del valore aggiunto delle produzioni primarie agricole e forestali: l’intento è di fornire sostegno agli investimenti volti a rafforzare l’efficienza dei settori della trasformazione e della commercializzazione delle produzioni primarie semplificando nel contempo le condizioni di ammissibilità del sostegno all’investimento rispetto a quelle in vigore;
  • il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture legate all’evoluzione e all’adattamento dei settori agricolo e forestale;
  • la ricostituzione del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e l’introduzione di adeguate misure di prevenzione.
Per quanto concerne la qualità della produzione e dei prodotti, l’obiettivo è di:
  • aiutare gli agricoltori ad adeguarsi alle norme rigorose imposte dalla normativa comunitaria, compensando in parte i costi aggiuntivi o le perdite di reddito derivanti da alcuni nuovi obblighi;
  • incoraggiare la partecipazione degli agricoltori a regimi di promozione della qualità alimentare che forniscano ai consumatori garanzie sulla qualità del prodotto o del processo di produzione, conferiscano un valore aggiunto ai prodotti primari ed aumentino gli sbocchi commerciali;
  • sostenere le attività di informazione e di promozione condotte dalle associazioni di produttori a favore dei prodotti oggetto di regimi di qualità alimentare.
Sono altresì previste misure transitorie per i nuovi Stati membri, relative al sostegno delle aziende di semi-sussistenza in corso di ristrutturazione e agli aiuti per la creazione di associazioni di produttori. Questi aiuti sono concessi alle domande accettate entro il 31 dicembre 2013.

Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale

Per quanto concerne la gestione del territorio, il sostegno deve contribuire allo sviluppo sostenibile, incoraggiando in particolare gli agricoltori e i silvicoltori a gestire le terre secondo metodi compatibili con la necessità di salvaguardare i paesaggi e l’ambiente naturale nonché di proteggere e migliorare le risorse naturali. I principali elementi da prendere in considerazione comprendono la biodiversità, la gestione dei siti NATURA 2000, la protezione delle acque e del suolo e l’attenuazione dei mutamenti climatici. In quest’ambito, il regolamento prevede in particolare aiuti destinati a compensare gli handicap naturali nelle regioni di montagna e nelle altre zone svantaggiate (indicate dagli Stati membri sulla base di criteri obiettivi comuni) o pagamenti agroambientali intesi a coprire unicamente gli impegni che vanno oltre le norme obbligatorie corrispondenti. Possono inoltre beneficiare dell’aiuto le misure di sostegno agli investimenti non remunerativi necessari al rispetto degli impegni ambientali.

Qualità della vita in ambiente rurale e diversificazione dell’economia rurale

Per contribuire alla diversificazione dell’economia rurale, il regolamento prevede misure riguardanti:
  • l’avvio di attività non agricole, il sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese, l’incentivazione di attività turistiche nonché la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio naturale nella prospettiva di uno sviluppo economico sostenibile;
  • il miglioramento della qualità della vita in ambiente rurale riguardante in particolare il rinnovamento e lo sviluppo dei piccoli centri nonché la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio rurale;
  • la formazione professionale degli agenti economici che operano nei settori citati e la formazione legata all’acquisizione di competenze e ad iniziative di animazione in vista della preparazione e attuazione di una strategia locale di sviluppo.
 
Per contribuire a garantire un approccio equilibrato, gli Stati membri e le regioni sono tenuti a ripartire i loro finanziamenti a favore dello sviluppo rurale tra i tre assi tematici.

Parte dei finanziamenti deve inoltre essere destinata a sostenere progetti basati sull'esperienza acquisita con le iniziative comunitarie Leader. Il cosiddetto "approccio Leader" allo sviluppo rurale consiste nella messa a punto ed attuazione di progetti altamente specifici da parte di partenariati locali al fine di rispondere a particolari problemi locali.

Come avveniva già prima del 2007, ogni Stato membro (o regione, nei casi in cui i poteri sono delegati a livello regionale) deve predisporre un programma di sviluppo rurale che specifichi i finanziamenti destinati alle singole misure nel periodo 2007-2013.

Una novità di questo periodo è l'accento posto su una strategia coerente per lo sviluppo rurale nell'intera UE. Per raggiungere questo obiettivo sono previsti piani strategici nazionali che devono essere basati sugli
orientamenti strategici comunitari.

Questo approccio dovrebbe permettere di:
  • individuare i settori in cui un sostegno comunitario a favore dello sviluppo rurale crea il maggiore valore aggiunto a livello dell'UE;
  • ricollegarsi alle principali priorità dell'Unione (Lisbona, Göteborg);
  • garantire la coerenza con le altre politiche dell'Unione, in particolare quelle relative alla coesione economica e all'ambiente;
  • accompagnare l'attuazione della nuova PAC orientata al mercato e la necessaria ristrutturazione che essa comporta sia nei vecchi che nei nuovi Stati membri.
Obiettivi e norme generali d'intervento

Il regolamento stabilisce le norme generali per il sostegno comunitario a favore dello sviluppo rurale finanziato dal FEASR, istituito dal regolamento (CE) n. 1290/2005. Definisce inoltre gli obiettivi della politica di sviluppo rurale e il quadro in cui essa si inserisce.
Il Fondo contribuirà a migliorare:
  • la competitività dell’agricoltura e della silvicoltura;
  • l’ambiente e lo spazio rurale;
  • la qualità della vita e la gestione delle attività economiche nelle zone rurali.
Il Fondo fornisce un’assistenza complementare alle azioni nazionali, regionali e locali. La Commissione e gli Stati membri vigilano inoltre sulla coerenza e la compatibilità del Fondo con le altre misure di sostegno finanziate dalla Comunità.

L’asse Leader

Questo approccio consiste:
  • in una strategia di sviluppo locale che consente di selezionare i migliori piani di sviluppo dei gruppi d’azione locale nati da partenariati tra il settore pubblico e quello privato;
  • nell’attuazione di progetti di cooperazione fra territori interessati;
  • nella creazione di reti di partenariati locali.
Piani: elaborazione e gestione

In Italia la gestione amministrativa dei Piani di Sviluppo Rurale fa capo alle singole Regioni ciascuna delle quali pianifica pertanto i propri interventi nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, nonché del budget loro singolarmente assegnato. I Piani per essere esecutivi necessitano della relativa approvazione da parte della Commissione Europea.

Quadro normativo di riferimento

Nel 2005, la Commissione ha istituito un nuovo quadro giuridico per il finanziamento della politica agricola comune. Tale nuovo quadro giuridico, introdotto dal regolamento (CE) n. 1290/2005, prevede due nuovi fondi: un Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e un Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Analogamente al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo (FSE) e al Fondo di coesione, il FEASR contribuisce all'azione comunitaria a favore delle regioni meno sviluppate (obiettivo "Convergenza
 
 

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